
- 15/05/2024
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Celiachia: come diagnosticarla e come conviverci.
Conosciamo da più vicino la celiachia
a cura della dott.ssa Erica Azadi
La celiachia non è né un’allergia e né un’intolleranza, ma è una patologia autoimmune innescata dall’ingestione del glutine in individui geneticamente predisposti.
La celiachia si può manifestare con diversi sintomi, e ognuno di noi può avere una sua differente manifestazione. Un celiaco può essere asintomatico o sintomatico con i classici sintomi gastrointestinali come gonfiore addominale, diarrea e vomito, ma anche con sintomi extragastrointestinali come dermatite erpetiforme, carenza di micronutrienti come il ferro, ma anche difficoltà nel concepimento, disturbi del ciclo mestruale, riduzione della massa ossea (con osteopenia ed osteoporosi).

Come viene diagnostica la celiachia
Se si ha il sospetto di avere la malattia celiaca non bisogna intraprendere in modo autonomo una dieta priva di glutine. Bisogna fare gli esami del sangue anticorpi: transglutaminasi e antiendomisio, quste analisi non hanno bisogno di nessuna preparazione e nessun farmaco interferisce con i risultati. Se i risultati sono positivi, il secondo passaggio è la gastroscopia con biopsia, nella quale vengono prelevati tre campioni del tratto discendente del duodeno e uno vicino al digiuno. I campioni vengono analizzati e le possibili alterazioni classificate in base alla scala di Marsh, ossia una classificazione del danno dei villi intestinali che va da 0, quando non c’è presenza di danneggiamento fino alla classificazione 4 caratterizzata da atrofia dei villi intestinali. Se la biopsia è positiva, si fa diagnosi di celiachia effettuata dal gastroenterologo.
In più a questi esami, si può eseguire il test genetico, nel quale si ricercano gli alleli dei geni HLA dqa1 e aqb1 e drb1. La presenza di una delle combinazioni HLA determina un aumento della predisposizione della celiachia.
La dieta senza glutine non va osservata per moda e non fa dimagrire
Al giorno d’oggi, c’è ancoramolta confusione a riguardo, spesso anche a me capita di sentirmi dire, da celiaca stessa, che mangio senza glutine per “non ingrassare”. Non è assolutamente così. La celiachia è una patologia, e come tutte le patologie è una “cosa seria” e non una moda passeggera, e nemmeno una dieta con lo scopo di dimagrimento. La dieta senza glutine per i celiaci è l’unica terapia che possono utilizzare per poter affrontare la patologia stessa, è come quando si prende l’aspirina per il mal di testa, in questo caso la dieta priva di glutine è la nostra medicina e deve essere seguita in modo rigoroso, ma anche con rispetto verso noi stessi. Non bisogna dimenticare che spesso, chi subisce diagnosi di celiachia può sentirsi smarrito, potrebbe soffrire maggiormente di ansia sociale ed evitare quindi le uscite, in quanto la costante preoccupazione della contaminazione può aumentare lo stato di ansia. Per questo motivo, come sempre, invito all’empatia verso chi soffre di una patologia, perché appunto, anche questa è una malattia seria e come tale va rispettata.
Diversi studi hanno dimostrato che le diete prive di glutine potrebbero non fornire quantità adeguate di oligoelementi e vitamine come calcio e vitamina D. Il glutine non è dannoso per chi non è celiaco e inoltre se in futuro si dovesse sviluppare questa patologia sarebbe difficile da diagnosticare.

Il semaforo degli alimenti per il celiaco
Per quanto riguarda la dieta senza glutine, bisogna appunto eliminare tutti gli alimenti contenenti il glutine stesso. C’è una classificazione degli alimenti che viene definita dall’AIC come L’ABC della dieta dei celiaci. Ci sono gli ALIMENTI PERMESSI che possono essere consumati liberamente in quanto naturalmente privi di glutine e quindi non a rischio per i celiaci (per esempio, riso, mais, latte, caffè, tè).
ALIMENTI A RISCHIO farina per polenta precotta, malto, panna a lunga conservazione, caffè al ginseng ossia alimenti che potrebbero contenere glutine in quantità superiore ai 20 ppm o a rischio di contaminazione, quindi è importante conoscere e controllare i processi di lavorazione (si consiglia quindi il consumo di questi alimenti solo se è presente la dicitura SENZA GLUTINE).
ALIMENTI VIETATI frumento, orzo, farro, segale, piatti pronti con impanature, bevande a base di cereali vietati come orzo, ossia che contengono glutine e pertanto non sono idonei per i celiaci.
Altri consigli utili
Tra gli aspetti da considerare per la dieta di un celiaco ci sono delle piccole accortezze che si possono attuare, ossia, imparare a leggere le etichette, non avere paura e chiedere con chiarezza ai ristoranti se sono in grado di garantire la non contaminazione. Anche se all’inizio può risultare difficile, voglio dire a tutti i celiaci di seguire con rigore la dieta, ne vale della vostra e nostra salute. Consiglio inoltre di non privarsi di uscite, e di non affrontare la patologia con ansia, ma con serenità. Consiglio inoltre di fare esami di controllo, ossia di ripetere gli esami degli anticorpi per vedere se la dieta senza glutine sta dando i suoi frutti, dato che è una patologia molto complessa, si dovrebbe controllare i livelli di ferro, calcio, vitamina D. Si dovrebbero valutare complicanze a livello osseo e quindi eseguire una MOC dopo circa 18 mesi dalla dieta senza glutine, dosaggio di AST e ALT nel sangue per il fegato e un controllo per la tiroide essendo entrambi patologie autoimmuni.
Non affrontare tutto da solo/a, rivolgiti ad un nutrizionista.
La malattia celiaca ha molte sfaccettature ed è complessa, ed essendo tale, coloro che ne sono affetti hanno bisogno di un sopporto costante da esperti in nutrizione e per di più in celiachia. Avendo io stessa affrontato la diagnosi di celiachia, so anche quale sia stato lo stato d’animo iniziale, di smarrimento, di paura, a volte di difficoltà e vergogna di uscire in compagnia, perché bisogna trovare un posto che faccia da mangiare anche per me. So quindi immedesimarmi nel paziente e nel suo stato d’animo.
Perchè è così importante essere affiancati da un nutrizionista
- Un paziente celiaco rivolgendosi a un esperto in celiachia potrà avere delle indicazioni chiare su come gestire la sua alimentazione senza glutine, abbandonando le paure, ed acquisendo nozioni che gli consentano di fare la spesa in modo semplice, leggendo le etichette.
- Il paziente può imparare a variare più alimenti possibili e a scoprirne di nuovi e riuscire così a seguire un’alimentazione senza glutine non restrittiva.
- Essendo una patologia multifattoriale e con molti sintomi, con una percorso seguito, si ha la possibilità di ridurre la sintomatologia come gonfiore addominale e grazie alla mia esperienza personale posso aiutare nel ritrovamento di un sollievo fisico
- Il paziente può avere le giuste informazioni per quando esce fuori a pranzo o a cena in modo da poter comunicare al meglio con i ristoratori per diminuire il rischio di contaminazione
- Può avere idee di piatti e spuntini equilibrati e gustosi da mangiare
- La figura del nutrizonista può essere utile, per esempio per i genitori o parenti di celiaci, per capire come comportarsi al meglio per evitare la contaminazione.

Dottoressa Erica Azadi
Biologa Nutrizionista Specializzata in Celiachia.
Fonte immagini : Freepik
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